Contrariamente a quanto si è portati a pensare in considerazione della vocazione eminentemente industriale, la valle solcata dal Mella vanta un certo numero di emergenze di carattere artistico che vanno dalla pittura all’architettura alla scultura; vi è poi una discreta quantità di testimonianze artistiche di discreto anche se non eccelso livello e, infine, numerose sono le tracce di modesto ma onesto valore. Il viaggio attraverso l’arte entra in maggior dettaglio riguardo la pittura, che annovera opere di valida fattura per ogni epoca, eccettuata l’antica. Operarono qui pittori del calibro del Romanino e del Moretto, il Cossali e altri famosi pennelli. Ritrassero scorci della valle pittori paesaggisti. Ma non si trascura certo di esaminare le creazioni architettoniche che hanno segnato i secoli, dal medioevo al novecento sino ai giorni nostri. Così pure la scultura, già operante nell’antichità quando divinità pagane ed epigrafi stavano a testimoniare una certa vitalità trumplina in tal senso; sino a giungere ai monumenti del XX secolo e alle statue dello Ximenes. Quindi vengono trattati gli organi (ve ne sono di pregevoli in alcune chiese), gli itinerari d’arte ad uso degli stessi trumplini, spesso all’oscuro delle bellezze che, nel suo piccolo, la valle offre; le campane e i campanili, le meridiane, le cappelle votive, le chiese e i santuari, testimonianze di una fede radicata e che oggi purtroppo vacilla paurosamente.
Insomma un viaggio che vuole essere anche una scoperta, o una riscoperta, dei piccoli tesori della valle Trompia, affinché i suoi abitanti per primi ne conoscano la bellezza e il valore e ne possano alfine promuovere la pubblicità per un turismo certo di nicchia ma consapevole che anche qui non si trovano soltanto cemento e fabbriche.