di Claudio Cazzago
Partito: nel primo d’oro, alla fascia diminuita ondata, di azzurro, fluttuosa d’argento, accompagnata in capo dal giglio di rosso sbocciato, esso giglio sormontato dal rastrello anomalo, a guisa di scaglione diminuito, scorciato, appiattito, munito di nove denti di rosso, in punta dall’acciarino antico, di nero; nel secondo, di azzurro, a tre stelle di cinque raggi, di oro, poste la prima all’altezza del punto d’onore, la terza all’altezza dell’ombilico, entrambe propinque alla linea di partizione, la seconda posta all’altezza del cuore e propinqua al fianco.
L’attuale stemma fu approvato con D.P.R. 14 maggio 2001; prima fu adottata una simbologia “ufficiosa”, caratterizzata dalla presenza d’una ciminiera fumante. Nel nuovo stemma le tre stelle simboleggiano le frazioni Marcheno, Brozzo e Cesovo; il giglio col rastrello è emblema della Comunità Montana, e dell’antica Comunità di Valle; la fascia con le onde evoca il fiume Mella; l’acciarino una delle tradizionali produzioni locali, già raffigurato in uno scudo sagomato nella pietra a Brozzo, forse risalente al Cinquecento[1].
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[1] Cfr. G. DANESI