Il municipio nella storia
L’edificio del municipio è risalente al XVI secolo e ha un aspetto particolarmente nobilitato dal bel portale, elegante e rustico al medesimo tempo, con «…larghe lesene a doppia scanalatura che contengono l’arco più semplice. Ma il particolare più notevole sono quei rozzi basamenti sui quali sono scolpite figure di una estrema ingenuità e che vorrebbero raffigurare delle pecore e dei vasi di fiori»[1]. Tale portale ha nel suo massimo sviluppo larghezza di m 2,25 e altezza di m 4,78. La leggiadria delle scolpiture del portale, unita a una sua rustica elementarità, è riconducibile allo stile rinascimentale veneto, sia pur applicato da maestranze del luogo, diremmo di alto artigianato.
Sino all’epoca fascista l’edificio rimase pressoché lo stesso. Il 5 settembre 1927 il Podestà Bruni deliberò di dare corso ai lavori di costruzione del passaggio di comunicazione fra la segreteria e il locale destinato ad archivio e deposito, essendo nel frattempo stata acquisita dal Comune la casa attigua all’antico municipio[2], nonché a ripristinare il tetto quasi completamente crollato, per un costo complessivo di £ 4.782[3]. L’anno successivo, con delibera del 18 giugno 1928, vennero acquistati 40 cerchi in cemento da porre alla base delle alberature della centrale piazza Zanardelli, e 32 panchine, dello stesso materiale, destinate all’arredo della piazza[4]. Frattanto, nel 1926, anche sul versante delle risorse umane il Comune di Collio aveva mostrato lungimiranza proponendo ai propri dipendenti di essere assicurati sulla vita[5].
Tra l’agosto 1928 e il gennaio 1929 il municipio venne riattato con una spesa di £ 13.460 liquidata il 26 settembre 1929 alla ditta Lazzari Luigi e C. La spesa totale tuttavia si sarebbe alla fine aggirata intorno a £ 70.000[6]. Gli interventi furono radicali e assai migliorativi: nei pressi dell’ingresso venne interrata la pubblica latrina, al pianterreno, dotato di due locali principali, furono fatte nuove tramezze e una nuova pavimentazione, fu chiuso il vano del fuoco; così pure al piano primo (mq 102), dove furono pure aperte nuove finestre, sistemata la scala in pietrame semplice, posti in opera serramenti e tapparelle, in pino di Svezia, rifatte le porte degli uffici e del gabinetto del Segretario; al piano secondo furono demolite e rifatte tramezze, razionalizzando la disposizione degli spazi, aperte nuove finestre, sistemato lo stanzino del vigile urbano, aperte due porte-finestre per i poggioli (che nella base del fondo rivolto verso terra recano ancora in rilievo uno “1928” e l’altro “Anno VI”), oltre a nuovi serramenti, il ricavo di una bussola, la pavimentazione in legno di larice (su una superficie di m 12 x 8,50), il rifacimento della stanza podestarile e della sala municipale; per accedere al sottotetto fu realizzata una scala e lo stesso solaio venne sistemato, scalzando il vecchio pavimento; all’esterno i due poggioli, larghi m 2,68 e m 2,72, vennero dotati di ringhiere bombate in ferro battuto, decorate al centro da motivi “a foglia”; l’edificio venne tinteggiato sia esternamente che internamente, alcune parti (come la scala esterna) furono rinforzate con l’uso di cemento armato e furono installati i campanelli elettrici.
Il municipio oggi
In tempi recenti gli spazi comunali sono stati riorganizzati e si è proceduto ad abbattere le barriere architettoniche, la facciata è stata tinteggiata con la scritta “Municipio” e una rappresentazione dello stemma civico.
Il municipio si affaccia sulla centrale piazza Giuseppe Zanardelli, che assunse le odierne dimensioni nella prima metà del sec. XIX; nel 1828 l’ing. Nicolini redasse un disegno per una fontana monumentale a ornamento della piazza, poi realizzata nelle forme più contenute come oggi possiamo notare. Nel 1858 fu invece l’ing. Nicola Sedaboni a eseguire lavori di riattamento della piazza del comune[7]. L’edificio, a est della piazza, è costituito da due corpi di fabbrica, quello corrispondente all’antico comune e quello frutto dell’acquisizione dell’ex casa Lazzari. A separarli è una scala esterna in pietra grigia. Sulla facciata del primo corpo di fabbrica sono murate tre lapidi: da nord verso sud la prima è dedicata alla memoria del sacerdote Giovanni Bruni «…assiduo cultore delle scienze naturali fondatore di un osservatorio meteorologico…», morto il 4 marzo 1880[8]; essa fu posta dalla sezione bresciana del Club Alpino Italiano, dall’Ateneo di Brescia e da “alcuni amici”. La seconda commemora un altro sacerdote, Antonio Bianchi, «…di lettere maestro efficacissimo» nonché segretario dell’Ateneo cittadino, morto all’età di 55 anni il 6 agosto 1828; la targa fu posta nel 1881 dal Municipio e da “alcuni amici”. La terza ricorda Leonida Gerola (1913-1973), primo Sindaco del dopoguerra nonché medico a Collio per oltre un trentennio; essa fu murata il 22 settembre 1974. Nel sottoscala che divide le due porzioni del municipio ebbe per un certo tempo ebbe sede la sottosezione locale del Club Alpino Italiano e in seguito una società di mutuo soccorso; nella parte dell’”antico municipio” hanno sede gli uffici demografici (con affrescature novecentesche) e vigilanza al pianterreno, la sala del consiglio al piano nobile (m 8,4 x 12 x 2,70)[9]; nella parte più recente vi sono: nel seminterrato un atrio, quattro stanze, un piccolo ripostiglio e il locale della caldaia, al pianterreno si allineano da sud a nord la banca, l’ufficio postale e la biblioteca, al piano primo si trovano tutti gli altri uffici (tecnico, ragioneria, segreteria ecc.) compresi l’ufficio del Sindaco e la sala Giunta; nel sottotetto è sistemato l’archivio.
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[1] F. LECHI II, p. 367.
[2] La casa, di proprietà Lazzari Luigi, si presentava su due piani; il primo era già di proprietà comunale, il secondo era invece allora adibito a sede della locale Congregazione di Carità. Tra tale casa, a nord-est del vecchio comune, e quest’ultimo vi era un vicolo largo poco più di un metro (vicolo Caneva); a mattina vi era la farmacia comunale, mentre sul lato esposto al suddetto vicolo c’era pure un locale usato come stalla. La Congregazione di Carità venne quindi spostata al pianterreno (ove oggi è la banca) mentre il piano nobile fu occupato dagli uffici comunali ancora oggi esistenti. Fu lo stesso geometra e podestà Luigi Bruni a stimare il valore dell’immobile da acquisire al patrimonio pubblico in £ 10.600 (ASC, b. 122, fald. 5, Relazione di stima 17 novembre 1925.
[3] ASBS, Prefettura 4626, Collio (1923-1932).
[4] Ibidem.
[5] AC Concesio, b. 249.
[6] Vedasi AA. VV. 1930, p. 137.
[7] ASBS, Carte Sedaboni, b. 4.
[8] Alpinista, botanico, geologo e meteorologo, fu uno dei pionieri di quest’ultima specialità in Italia; tra l’altro il monte detto Corna Blacca che sovrasta il territorio di Collio, prese il nome da questo illustre studioso.
[9] Catasto edilizio urbano.