L’Austria si mostrò attenta, più dei Francesi, al problema delle comunicazioni e apportò perciò migliorie alle strade. Esse non avevano naturalmente la funzione, oggi prevalente, di veicolare i trasporti civili, bensì erano di somma utilità per poter movimentare le truppe al fine di controllare il territorio, funzione questa che tali manufatti avevano già sin dall’epoca romana.
La strada principale che percorreva la valle era detta la “valeriana”, e fu regia dal 1816 sotto l’Austria. L’altra via importante che si dipartiva dal fondovalle e deviava in direzione nord-orientale, era la strada “del Caffaro” che conduceva verso il cuore dell’impero austro-ungarico, il Tirolo.
Uno dei problemi ricorrenti erano le esondazioni del Mella e dei torrenti e le alluvioni (se ne registrano diverse nel periodo in esame, per esempio nel giugno 1816, nel maggio1835 [1] e nel 1850); altra criticità era costituita dalla soverchia pendenza dei tratti in alta valle. Furono diverse tra il 1815 e il 1850 le rettifiche, le pavimentazioni e le migliorie spondali lungo la via trumplina; sino alla metà dell’Ottocento essa transitava in alcuni tratti lungo la sponda sinistra del Mella, per esempio nella cosiddetta zona della “Pendeza”, sita tra Ponte Pregno e la località Valgobbia a Sarezzo, con un pericolo in più rispetto ai già sopraelencati, ivi costituito dalla possibilità di frane e caduta massi.
Dati di grande interesse vengono riportati da C. Cocchetti nel suo saggio relativamente alle strade mantenute dall’impero austriaco in provincia nell’anno 1848. Per quanto concerne la strada “di Valtrompia da Brescia a Collio verso Bagolino” (in buona sostanza l’attuale strada “delle Tre Valli”) è indicata la lunghezza totale in km 42,750, la larghezza fra i 4 e i 7 metri, i tratti in ghiaia in km 36,818 in selciato in km 5,932; sono pure interessanti i dati inerenti le spese annue (in lire austriache) da sostenere per la manutenzione dell’arteria e le materie prime all’uopo impiegate: il carico di spesa regio ammontava a lire austriache 18.250, e quello comunale a 4.190 per un totale di spesa annua pari a lire austriache 22.441 che sotto questo aspetto collocavano tale strada, sebbene di classe III [2], in terza posizione dopo la “Postale veneta” e la succitata strada “di Valsabbia pel Tirolo”. Il totale di ghiaia da spandersi in un anno ammontava a metri cubici 5.653 con una media di metri cubici 153,50 per ogni chilometro. Assai noto era il passo di Croce Domini (Maniva) che poneva in comunicazione le tre valli bresciane, ma pure frequentato e valicato da persone e merci era la “Culma” o monte di San Zeno tra Pezzaze e Pisogne [3]. Nel 1857 è pure documentata l’esistenza della strada tra Brozzo di Marcheno e Lodrino-Comero, probabilmente realizzata tra il 1825 e il 1835.


[1] G. BOCCINGHER-C. FIORINI p. 267.
[2] L’unica strada di classe I era la “Postale veneta” (grosso modo l’attuale “Padana Superiore”), vie erano poi alcune strade di classe II (fra esse per esempio l’antenata dell’odierna “Goitese”) e otto strade, tra cui quella per la Valle Trompia, di classe III.
[3] C. COCCHETTI pp. 244 e seguenti.
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