Chi non ricorda il grido richiamante dell’ombreallaio e la voce squillante, come di araldo popolano, dell’arrotino che veniva ad affilare lame e coltelli, dalla falce alla roncola? Eppure non sono passati secoli da quando questi artigiani ambulanti destavano l’attenzione di massaie e padroni di casa venendosi a prendere il lavoro di paese in paese. Tutto è cambiato, e fra non molto forse ci ritroveremo a piangere, con essi, la scomparsa dei fornai, dei macellai, dei fruttivendoli, tutti schiacciati dalla globalizzante ascesa dei supermercati.
Eppure ancora oggi ci sarebbe bisogno (e la crisi forse li riporterà in auge) di chi ti ripara le scarpe o l’ombrello, di chi t’affila il coltello, di quell’omino nero che ti pulisce la canna fumaria del caminetto, e ancora di chi ti accorcia un abito o ti sistema un mobile ancora buono. Forse il consumismo, ingolfandosi da sé, fa oggi già rimpiangere questi artigiani così utili e “risparmiosi”. Artigiani sì, ma non solo: in una società più coesa e diretta c’era spazio anche per le prestazioni immateriali dei cantastorie oggi sostituiti dai “reality show” e dalla spazzatura televisiva.
La valle Trompia, poi, ha per secoli fabbricato attrezzi per l’agricoltura, perché non va dimenticato che per secoli essa è stata terra avara ma necessaria. E che dire dei maestri della lavorazione del ferro, quei fabbri e maniscalchi che sapevano come piegare agli scopi dell’uomo il metallo duro per antonomasia? O dei materassai che hanno confezionato giacigli a generazioni su generazioni di valtrumplini? E ancora degli stagnini (idraulici che si contentavano di poche lire, non proprio come adesso…), delle filatrici, delle tessitrici, delle ricamatrici, oggi ridotte a cultrici di un passatempo muliebre magari da coltivare la sera. E infine gli impagliatori e gli artigiani del legno, falegnami a livello “universitario”.
Tutto ciò è per lo più un ricordo, ma ci si augura non venga perso del tutto, anche in virtù dell’effettiva utilità, ancora oggi nell’epoca dei cervelli elettronici, di alcune di queste prestazioni manuali, ma che sempre dalle applicazioni del cervello (umano e non elettronico) derivano.
In questa sezione sesta sono richiamati alla vita questi antichi e vecchi mestieri, in riferimento a coloro che li svolgevano, a volte sino a pochi anni fa, da Concesio a Collio.